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La bozza rubascatti diventa decreto

Pubblicato sulla G.U. del 25.09.2009 il d.l. n. 134 con il quale il governo vorrebbe “rubare” gli scatti stipendiali e di anzianità ai precari della Scuola pubblica.

Il Presidente Napolitano ha firmato il D.L. 134 del 25.09.2009 che, nella stessa data, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e quindi è immediatamente esecutivo.

Diversamente dalla bozza del decreto Ronchi (partorita dal Consiglio dei Ministri n. 61) non vi è più il richiamo alla normativa comunitaria che il decreto legge apertamente ed inutilmente contrasta (non hanno avuto il coraggio).

Viene mantenuta integralmente la norma rubascatti già contenuta nell’art. 16 della bozza che è del tutto priva dei requisiti di necessità ed urgenza richiesti dalla Costituzione affinché possa essere emanato un decreto legge.

Nel decreto legge l’art. 16 della bozza è trasfuso nell’art. 1, 1º comma, che testualmente prevede che «I contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze … non possono in alcun caso  … consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo».

Tale norma non ha alcun collegamento con il resto del decreto e addirittura contrasta con il suo titolo (Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l’anno 2009-2010).

Il suo unico ed evidente scopo e quello di tentare (ma non ci riusciranno) di evitare che sempre più precari della scuola pubblica rivendichino il diritto a percepire (ex art. 53 L. 312/80), gli scatti stipendiali del 2,50% (che per oltre 40 anni sono stati riconosciuti – ingiustamente – ai soli insegnanti di religione e non a tutto il personale non di ruolo della scuola pubblica) e che altro non sono che scatti di anzianità, in perfetta armonia con la normativa comunitaria (accordo quadro sul lavoro a tempo determinato) e con la Sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee del 13 settembre 2007 (causa C. 307/05).

Rimando alla mia precedente nota del 17.09.2009 i motivi per i quali mi sento di dire che il trio Berlusconi-Tremonti-Gelmini non riuscirà a “scippare” al personale precario della scuola pubblica gli scatti stipendiali del 2,50%. In ogni caso bisognerà vedere se il decreto legge sarà convertito in legge (entro 60 giorni) e se, nella conversione, verrà modificato.
Mi aspettavo un tentativo di evitare le rivendicazioni dei precari della scuola pubblica degli scatti stipendiali del 2,50%. Questo appare davvero disperato e destinato a fallire miseramente, a meno che non si impedisca ai magistrati di “interpretare la legge” come qualcuno vorrebbe.