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Scatti stipendiali: estensione dei benefici a tutti gli insegnanti precari e di ruolo e non solo a quelli di religione

Il Tribunale del Lavoro di Roma, pronunciandosi per la prima volta nella materia in tutta Italia, ha riconosciuto il diritto di una insegnante precaria ad avere gli scatti stipendiali biennali del 2,50% condannando il Ministero della Pubblica Istruzione al pagamento, in favore dell’ insegnante precaria, della somma di oltre 2600 euro.

Gli insegnanti di religione precari (soltanto loro) godono di uno scatto (aumento) stipendiale del 2,50% ogni due anni di insegnamento (sono esclusi dal conto gli anni maturati con più incarichi, le c.d. “supplenze brevi”). Quando passano in ruolo conservano l´incremento stipendiale maturato e quindi non percepiscono la retribuzione iniziale (stipendio base: €1.745,00), come tutti gli insegnanti delle altre materie, ma una retribuzione maggiorata in ragione degli scatti stipendiali maturati. Con un esempio si capisce meglio: Un insegnante di religione che ha lavorato per 8 anni come precario ha maturato 4 scatti stipendiali biennali pari al 10% in più della retribuzione per un incremento lordo di €44,00 per ogni scatto che nell´esempio in questione corrisponde a €176,00 mensili lordi (pari a circa €130,00 netti al mese: ben oltre l´aumento di stipendio ottenuto con il rinnovo del CCNL).

Un insegnante precario delle materie diverse dalla religione non matura alcuno scatto stipendiale. Inoltre se l’insegnante precario di religione, dell’esempio di cui sopra, passa in ruolo dopo 8 anni di precariato, il suo primo stipendio non sarà di € 1.745,00 (lordi) come ogni altro insegnante di materie diverse dalla religione, ma di € 1.921,00 in forza dei suddetti scatti stipendiali che gli vengono conservati.
Un insegnante delle altre materie non percepisce alcuno scatto stipendiale e quindi non conserva alcun diritto nel momento in cui passerà in ruolo.
Tale ingiusta differenziazione contrasta con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, non ha alcuna ragione di esistere e costituisce un ingiusto privilegio concesso agli insegnanti di religione che sono i soli che, da precari, godono di progressioni di stipendio, come vorrebbero anche le normative europee.
Abbiamo denunciato, circa due anni fa, tale ingiusta situazione e chiesto al Ministero della Pubblica Istruzione di far diventare, come dovrebbe essere, il privilegio di pochi un diritto di tutti, senza ottenere la minima risposta.
Per questo motivo abbiamo promosso alcune cause pilota nelle quali il MPI, costituendosi in giudizio, ha negato tale diritto.
È possibile rivendicare gli scatti stipendiali non oltre cinque anni indietro e per evitare che il decorso del tempo faccia perdere i diritti acquisiti (prescrizione) è necessario attivarsi immediatamente (ad esempio ad aprile 2008 si perdono i soldi maturati nell’aprile 2003).
Per questo motivo abbiamo promosso alcune cause pilota nelle quali il Ministero, costituendosi in giudizio, ha negato tale diritto. È possibile rivendicare i benefici economici derivanti dagli scatti stipendiali non oltre cinque anni indietro e per evitare che il decorso del tempo faccia perdere i diritti acquisiti (prescrizione) è necessario attivarsi immediatamente ad esempio (ad esempio a dicembre 2008 si perdono i soldi maturati nel dicembre 2003) Per interrompere la prescrizione è sufficiente inviare una lettera.
Per promuovere la causa contattatemi: avv.claudiozaza@otranto18.it – telefono 06-3722785. Il mio studio è nei pressi del Tribunale di Roma, facilmente raggiungibile con la Metropolitana (linea A, fermata Ottaviano)