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Il Governo si rimangia la norma rubascatti

La norma contenuta nel D.L. pubblicato sulla G.U. del 25.09.2009 n. 134 con la quale il governo intendeva “rubare” gli scatti stipendiali e di anzianità ai precari della Scuola Pubblica è stato eliminato dal Parlamento.

 

Inoltre il Governo ha riconosciuto il diritto del personale non di ruolo della scuola pubblica agli scatti stipendiali del 2,50%

 

Con la legge n. 167 del 24.11.2009 (http://www.parlamento.it/parlam/leggi/09167l.htm#decreto) il Parlamento ha convertito il decreto legge in questione togliendo la norma originariamente contenuta nell’art. 1, 1º comma, che testualmente prevedeva che «I contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze … non possono in alcun caso  … consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo».

La battaglia condotta alla Camera dall’on. Maurizio Turco, promotore delle rivendicazioni degli scatti stipendiali da parte degli insegnanti della scuola pubblica, ha costretto il Governo a togliere ogni riferimento agli scatti stipendiali o all’anzianità.

Il testo convertito è pertanto il seguente: «1. All’articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124, dopo il comma 14 e’ aggiunto, in fine, il seguente: «14-bis. I contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze previste dai commi 1, 2 e 3, in quanto necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, possono trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato solo nel caso di immissione in ruolo, ai sensi delle disposizioni vigenti e sulla base delle graduatorie previste dalla presente legge e dall’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n.296, e successive modificazioni».

Come si potrà notare è stato tolto ogni riferimento agli scatti stipendiali del 2,50% o agli scatti di anzianità.

Ma non è tutto.

In seguito alle pressioni dell’on. Maurizio Turco il Governo, nella persona del Sottosegretario del Miur, on. Giuseppe Pizza, è stato costretto, di fronte all’evidenza dei fatti ed alla fondatezza delle ragioni, ad impegnarsi «ad adottare tutte le misure necessarie a sanare la situazione venutasi a creare per effetto della prassi applicativa dell’art. 53 della legge n. 312 del 1980, al fine di assicurare la parità di trattamento ai docenti non di ruolo della scuola che si trovano nelle medesime condizioni» (Atti parlamentari, pag. 76, Camera dei Deputati, XVI Legislatura, Discussioni, seduta del 21.10.2009, n.236).

Fortunatamente ha prevalso la ragione ma non vi era altra via.

Diversamente il Governo avrebbe dato vita ad una norma tanto inutile quanto dannosa: inutile perché sarebbe stata ritenuta, dai giudici, non applicabile in quanto contrastante con normativa e sentenze comunitarie; dannosa perché avrebbe esposto lo Stato italiano agli strali comunitari (procedure d’infrazione etc.).

In ogni caso, nonostante il tentativo di “furto” il personale precario della scuola pubblica potrà continuare a rivendicare il diritto agli scatti stipendiali del 2,50%.